La violenza simbolica è un
termine coniato da Pierre Bourdieu negli anni ‘70 ed è usato per descrivere una relazione
sociale, dove il “dominatore” esercita una violenza indiretta e non fisicamente
diretta contro i “dominati”, i quali non la rilevano e/o sono inconsapevoli di
dette pratiche contro di loro e, quindi, sono “complici del dominio al quale
sono sottoposti” (Bourdieu, 1994).
Questa violenza è stata
interiorizzata e naturalizzata fino al punto in cui crediamo che le cose “sono
sempre state così” e, di conseguenza, i nostri valori e luoghi nella società
saranno non soltanto indiscussi ma anche immutabili.
Nei media, è violenza
simbolica tutto ciò che rafforza gli stereotipi, perché mettono ciascuno “ al
suo posto”: tutto ciò che è motivo di stigmatizzazione, è responsabile del
pensiero segregazionista, tutti i segregati sono “diversi da me” e visti meno
come persone nell’inconscio. Quanto meno si è persone meno diritti si hanno e
si è più esposti agli abusi in tutte le aree.
Esponiamo alcuni esempi come
esercizio di riflessione:
1) Insegnando alle donne a
stare in una posizione di subalternità e/o violenza
Non è sufficiente che una percentuale così significativa dei film non superi il test del sessismo, l’ultima è stata una campagna di diffusione sui cartelloni pubblicitari, del nuovo film di X-Men: Apocalypse. Il manifesto divulgato nel giugno del 2016 a Los Angeles e New York è circolato sulle reti e ha ricevuto diverse critiche femministe perché promuoveva la violenza sulle donne.
La campagna è stata accusata di essere fuori dal contesto nel mostrare Mistica strangolata dal suo antagonista Apocalisse. La frase della locandina recita: “ Solo i forti sopravvivranno."
Non è sufficiente che una percentuale così significativa dei film non superi il test del sessismo, l’ultima è stata una campagna di diffusione sui cartelloni pubblicitari, del nuovo film di X-Men: Apocalypse. Il manifesto divulgato nel giugno del 2016 a Los Angeles e New York è circolato sulle reti e ha ricevuto diverse critiche femministe perché promuoveva la violenza sulle donne.
La campagna è stata accusata di essere fuori dal contesto nel mostrare Mistica strangolata dal suo antagonista Apocalisse. La frase della locandina recita: “ Solo i forti sopravvivranno."
La 20th Century Fox
responsabile del film è stata costretta a chiedere scusa. Ha ritirato la scena
del film in cui Mistica era strangolata e ha giustificato il manifesto
affermando che: “Nel nostro entusiasmo nel rilevare la villania di Apocalisse,
non abbiamo rilevato immediatamente la connotazione inquietante dell'immagine
sul modulo stampato". Notate che l’accento è su Apocalisse, nulla è stato
detto a proposito di Mistica.
2) Dicendo alle donne che
i loro corpi non sono abbastanza belli e hanno bisogno di essere modellati /
camuffati.
Reggiseno push-up che suggerisce che i nostri seni
devono essere a prova di gravità. Creme antirughe e tinture per capelli che
ci dicono che l'età è qualcosa che deve essere nascosta a tutti i costi.
Tacchi alti affinché possiamo apparire sempre più affusolate ed eleganti.
Trucchi che cancellano imperfezioni e cambiano le dimensioni degli occhi affinando le nostre caratteristiche.
La “prova bikini” che non significa altro che una donna che non sia perfetta non può mostrare il suo corpo con orgoglio.
La “prova bikini” che non significa altro che una donna che non sia perfetta non può mostrare il suo corpo con orgoglio.
La grande novità in questo
campo sono i dilatatori di labbra per suzione. Queste ventose si trovano in
commercio da molti anni ma hanno raggiunto popolarità quest’anno, grazie a una
sfida lanciata sulle reti sociali.
3) Limitando la mobilità
delle donne
Un altro modo per rendere le donne prigionieri dei loro corpi (e della propria condizione di donna) è limitando i suoi movimenti. Il burqa è l’esempio più semplice, mentre l’abbigliamento occidentale è creato e serve per migliorare la nostra figura, a identificare chi siamo dentro la nostra società più che a vestirci.
Un altro modo per rendere le donne prigionieri dei loro corpi (e della propria condizione di donna) è limitando i suoi movimenti. Il burqa è l’esempio più semplice, mentre l’abbigliamento occidentale è creato e serve per migliorare la nostra figura, a identificare chi siamo dentro la nostra società più che a vestirci.
Così si parla di nuovi tacchi, di
vestiti stretti , di gonne sproporzionate che si mettono alle bambine dicendo “
Questo fa al caso, chiudi le gambe, comportati da bambina”. Le mutande fatte di
materiale povero e monouso , che insieme con i pantaloni stretti,
contribuiscono alla cattiva salute vaginale, perché non sono stati progettati
per il nostro benessere, ma per essere desiderabili per gli uomini.
Un altro modo per limitare la
mobilità delle donne è determinare quali siti devono occupare e
"suggerendo loro" a quali appartenere e come dice Irantzu Varela,
"noi vogliamo la metà di tutto. Ogni volta che non siamo la metà, ci si
dovrebbe chiedere perché ".
La donna ha anche una mobilità
ristretta quando le è chiesto se viaggerà da sola, quando le giovani sono
avvertite su ciò che devono fare e non fare, per non “guadagnarsi” una brutta
fama, quando con la denuncia di uno stupro, di domanda alla vittima com’era
vestita e tanti altri esempi.
4) Per un linguaggio tradizionalmente sessista e razzista.
Parlando di imprecazioni, vi
invito a pensare come la parola "fica" ha il suo significato
degenerato, quando è utilizzata come espressione di insoddisfazione quotidiana
e quanto esprima una violenza simbolica verso le donne, naturalizzando la
“fica” come una cosa volgare, banale e sprezzante .
Le battute che utilizzano gli
stereotipi come stampella per far ridere le persone, senza considerare che
questi scherzi siano ancorati a certi valori e pregiudizi consolidati nella
società, sono così sgradevoli come le espressioni “ mora”, “sudaca”* “negra”, “
lavorare come un negro” “ lavorare come un cinese” “ fai lo zingaro”,”felice
come un nano”, ecc., che, anche se non non è nell'intenzione di chi li usa, esprime
ugualmente, un discorso ideologico. Prendere coscienza di ciò che viene detto
è anche empowerment.
5) Per la manipolazione della
storia e la invisibilità delle minoranze.
La egemonia patriarcale bianca ha
sempre bisogno di riaffermarsi. La nostra società si sostiene , così come la
conosciamo, nel disegnare l’uomo bianco come il grande pioniere, così come i
suoi elementi biologici, culturali e morali, giustificando in tal modo non solo
la sua posizione e privilegi, ma anche il dominio sociale e politico.
Classici esempi sarebbero la
rappresentazione di un Gesù biondo con gli occhi azzurri e anche la
rappresentazione cinematografica degli Egiziani come una cultura bianca in
mezzo al deserto africano. Nel significato ideologico proprio di ciò che è la
civiltà e di quello che abbiamo capito come selvaggio, dove è implicito proprio
chi sono i "buoni" e che i "cattivi".
Così, il patriarcato bianco
determina ciò che è auspicabile in una catena di valori e tutte le altre
persone al di fuori di esso, diventano un po’'meno persone, perché ricreate
attraverso gli occhi di quello, che assumono ruoli e posizioni sociali che il
patriarcato concede.
Non essere consapevoli che si vive
in una società che agisce con un sistema di privilegi permette loro di
continuare ad esistere, perché i privilegi sono sempre ottenuti a scapito dei
diritti di qualcuno.
* termine dispregiativo per definire le persone dell'America Latina
(traduzione di Lia Di Peri)
Afrofeminas
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